domenica 5 agosto 2012

Non vi lascerò orfani

Ok ho già detto che mi piace la Bignardi, be' lo ribadisco. Ho appena finito "Non vi lascerò orfani", memoir familiare che si concentra in particolare sulla madre, la cui morte dà lo spunto per la narrazione. È scritto con quel suo tipico tono amichevole ma mai sciatto, e mi ha divertito e commosso. Non è certo uno di quei libri imprescindibili, ma mi ci sono ritrovata, ha saputo esprimere nitidamente certi sentimenti che nel mio caso erano confusi...

Questo è la morte, oltre alla mancanza di chi non c'è più: è la vita, con tutti i suoi ricordi.
E amore. Tutto l’amore che chi se ne va ci ha dato, buono o cattivo che sia stato.
Per quello soffriamo tanto quando ci muoiono i genitori: sappiamo bene che nessuno ci amerà mai più così. 
Ci piangiamo addosso, meschini. Se muoiono di malattia è un’agonia. Se muoiono improvvisamente una sciabolata nel cuore.
Ti manca un pezzo e non ci puoi credere che potrai vivere senza il loro sguardo addosso. Senza la possibilità di far felice qualcuno solo perché hai telefonato, hai sorriso, ti sei ricordato, hai fatto un gesto piccolo che non ti è costato niente, solo perché sei contenta. Solo perché esisti.
Capisci che l’unica cosa che conta nella vita è l’amore che puoi dare a chi te lo chiede, che siano i figli, i nonni o la prima persona che incontri per strada. Che essere gentili e pazienti conviene, perché quello che non abbiamo dato pesa più di qualunque cosa possiamo aver perso: tempo, divertimento, riposo.
Ti illudi che ora che l’hai capito passerai il resto della vita ad amare gli altri.
Forse lo farai. Forse no.



...perdere un genitore a quarant'anni fa più male che a venti.
A venti è uno strazio, ma sei in corsa e corri. A quaranta è un dolore che non passa più.
Non potrai più decidere se andarlo a trovare o no.
Non potrai più fargli un regalo, spedirgli una cartolina , fargli una sorpresa telefonando a un'ora insolita. 
Non potrai più far felice nessuno con così poco.
Con nessuno ti sentirai più te stesso come con lui.


Anche ora che provo a raccontarla devo difendermi da lei, stavolta dalla sua assenza.
Non posso pensarla a lungo. Mi manca. Devo costruire una distanza di parole che tengano a bada le emozioni.
Se mi distraggo, se non sto attenta, la sua mancanza mi investe come un'ondata di caldo o una musica improvvisa.  Sovvrapensiero spruzzo un profumo che mi ha regalato [...] e improvvisamente lei è lì. [...] È lì che mi sovrasta, mi avvolge, mi toglie il fiato, mi riempie.

4 commenti:

  1. tocca nel profondo:io sono stata vicina a mio marito nell'agonia della mamma,è indescrivibile.
    ps(tremendamente frivo):io ogni tanto ti disturbo con queste cose ma ti ho girato un blog premio,se ti va vieni a sbirciare: http://noieilcapo.blogspot.it/2012/08/brava-mamma.html

    francy

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    1. Grazie mille, 2 premi nel giro di pochi giorni, rischio di montarmi la testa! Farò un post unico appena possibile per rispondere ai quesiti e ringraziarti ufficialmente!

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  2. Eh be deve essere bruttissimo, per ora fortunatamente i miei genitori sono ancora tutti e due in questo mondo, ma ormai tre annifa ho perso all'improvviso per un infarto mio zio che era un pò un secondo papà gli ero molto affezionata e il dolore è stato veramente grande, ancora ora se ci penso piango come una bambina, purtroppo è la vita che ci porta ad essere troppo frettolosi e spesso dimentichiamo di dire ti voglio tanto bene!

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    1. Sì, si danno sempre per scontate certe cose... E, come dice Daria, non è detto che pur essendoci già passati si riesca a imparare la lezione.

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